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giovedì 16 agosto 2012

LUCE


                                  In questi giorni, mentre guidavo l'auto, ho ascoltato questa bellissima canzone di cui mi è piaciuto molto il testo. Nell'ascoltarla il mio pensiero si è collegato al proemio della Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II ( "Le gioie  e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi , dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze , le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore"). Oltre alla musica e al testo ho scoperto un interessante video in You Tube ( viva l'evoluzione tecnologica!): buon ascolto!


(fiorella mannoia, luce, you tube)

Non c'è figlio che non sia mio figlio, nè ferita di cui non sento il dolore,
non c'è terra che non sia la mia terra e non c'è vita che non meriti amore.
Mi commuovono ancora i sorrisi e le stelle nelle notti d'estate,
i silenzi della gente che parte e tutte queste strade.
Fa che no sia soltanto mia questa illusione, fa che non sia una follia
credere ancora nelle persone.
Luce, luce dei miei occhi, dove sei finita, lascia che ti guardi dolce margherita,
 prendi la tua strada e cerca le parole, fa che non si perda tutto questo amore,
 tutto questo amore.
Non c'è voce che non sia la mia voce, nè ingiustizia di cui non porto l'offesa.
 Non c'è pace che non sia la mia pace e non c'è guerra che non abbia una scusa.
Non c'è figlio che non sia mio figlio, nè speranza di cui non sento il calore,
non c'è rotta che non abbia una stella e non c'è amore che non invochi amore.
 Luce, luce dei miei occhi, vestiti di seta, lascia che ti guardi dolce margherita,
prendi la tua strada e cerca le parole, fa che non si perda tutto questo amore,
tutto questo amore...

lunedì 13 agosto 2012

COME TI AMA DIO


Ho letto in questi giorni una interessante riflessione del medico e pedagogista
J.Korczac
che mi è sembrata quanto mai attuale e che vi comunico.
"Dite:-E' faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione  perchè bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, curvarsi, farsi piccoli.Ora avete torto. Non è questo che più stanca.
E' pittosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sino alla punta dei piedi per non ferirli"
                                                 ( J.Korczac )